stage pratica regolare immagini Aikido kokyunage nel dojo di Milano Pratica respiratoria Aikido A ke lei naa dojo “Kokyu nage” - Itsuo Tsuda parla dell’Aikido

La parola Kokyu può essere tradotta in italiano con respirazione poiché Ko è equivalente all'espirazione e Kyu all'inspirazione. È l'unione di questi due fenomeni che fa nascere la respirazione. Ma per Tsuda Sensei il Kokyu ha un'estensione insospettabile, ben al di là della concezione biochimica o ginnica della respirazione. Egli diceva spesso che grazie alla respirazione «l'Aikido è un'arte di ridiventare dei bambini... senza essere puerili». 
Come comprendere questa affermazione sul piano tecnico? 

È semplice. Quando siete afferrati da dietro con le braccia da una persona più forte di voi che vi impedisce di sedervi. Che fare? Proiettarla per liberarsi al fine di potersi sedere? Siccome egli pesa più di me non posso farlo. Allora? Tsuda Sensei risponde: “divenire un bambino”.
«Vedo una conchiglia meravigliosa sulla spiaggia e mi abbasso per prenderla. Dimentico colui che continua a stringermi da dietro. C'è il fluire del ki che parte da me verso la conchiglia mentre prima il ki era bloccato al pensiero di colui che mi stringe con tanta forza. Diventa allora leggero e cade al di sopra delle spalle...
L'idea di proiezione provoca la resistenza. Nel gesto del bambino, c'è la gioia di raccogliere la conchiglia che fa dimenticare la presenza dell'avversario. 
Dimenticare l'avversario ben sapendo che è là, non è comunque facile. 
Più si tenta di dimenticare, più ci si pensa. È la gioia nel fluire del ki che mi fa dimenticare tutto...

La pratica dell'Aikido implica dunque l'adozione del principio della non-resistenza, nel senso che non si spinge né si tira l'avversario, si evita di agire in un senso che potrebbe suscitare la forza antagonista. 
Implica anche l'adozione del principio del non-avversario. Poiché appena ci si pensa il nostro ki è assorbito da questo, la nostra respirazione-attenzione è bloccata.

Ma per non essere assorbiti dall'avversario, bisogna avere una certa potenza di respirazione.

Il maestro Ueshiba diceva spesso:
“L'Aikido è un arte di unirsi e separarsi (musunde hanatsu)”.

Questa alternanza di unione e di separazione, l'ho ottenuta attraverso l'inspirazione e l'espirazione.
Dapprima c'è l'inspirazione del difensore (utilizzo provvisoriamente questa parola, benché non ci siano dei termini corrispondenti a difensore e ad attaccante nell'Aikido) che fa scaturire l'azione. Alzo la mano inspirando e l'attaccante segue immediatamente il mio gesto, alzando la mano. 
C'è sincronizzazione dell'inspirazione da una parte e dall'altra, contemporaneamente alla coordinazione dei gesti. Questa interazione reciproca è, credo, una delle caratteristiche dell'Aikido. 
Essa non esiste né nel Judo, né nel Kendo. In questi ultimi, ognuno respira indipendentemente e aspetta l'occasione di attaccare l'altro.
All'inizio l'interazione non è evidente. Non si fa che eseguire un certo numero di gesti appresi. Ho finito per constatare che nell'Aikido c'è coordinazione di gesti. Detto altrimenti, se alzo il mio bokken (spada di legno) l'attaccante alza il suo simultaneamente. Nel Kendo non si è tenuti a rispettare questa forma convenzionale di apprendimento. Se uno alza lo shinai, l'altro può replicare colpendo il ventre orizzontalmente.
Perché nell'Aikido ci sono gesti identici o corrispondenti da una parte e dall'altra? 
Comunque sia, non è possibile chiedere al proprio avversario: «Per cortesia, sarebbe così gentile di alzare la mano nello stesso momento in cui lo faccio io?». Perché una cosa simile sia possibile, ci deve essere una forza coagente che obbliga l'altro ad agire come ci si augura. Questa forza, che precede anche l'atto, io l’ho trovata nell'inspirazione. 
Una volta che si è realizzata e che l'atto è avviato, si passa all'espirazione che permette il fluire del ki. Si vede allora la proiezione e altre cose come una forma visibile della tecnica. La respirazione, per la mia esperienza, è il fondamento stesso dell'Aikido».
“Aikido : Unione del gruppo in armonia”
 
 itsuo tsuda morihei ueshiba